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Innovazione

Quattro casi virtuosi per raccontare la crescita dell’Enviroment Park di Torino

Envipark di Torino ha presentato per chiudere l’anno quattro case history che restituiscono la fotografia di un Parco tecnologico attraente tanto per chi vuole lanciare il proprio business quanto per chi lo vuole incrementare: gli elementi determinanti nella scelta di insediamento sono legati principalmente alle opportunità che un ecosistema in continua evoluzione è in grado di offrire, anche in termini di networking con altre realtà innovative.

Irion, software house torinese specializzata nell’Enterprise Data Management, soprattutto per grandi gruppi bancari, nata nel 2004 in Environment Park, ha registrato un 2017 da record: 12,5 milioni di euro di fatturato, oltre il 20% di crescita, molti clienti nuovi, il team cresciuto del 25% e investimenti in R&D pari a circa il 15% dei ricavi. Una crescita in realtà lunga 13 anni, sempre in Envipark, partita con uno spazio di 130 mq nel 2004, ampliato a 1200 mq. e confermato fino al 2026. Con oltre 100 professionisti altamente qualificati sia nel settore dell’information technology sia in quelli economico-finanziario e matematico e l’intenzione di incrementare l’organico anche il prossimo anno, Irion conferma la sua capacità di incidere positivamente sullo sviluppo economico-sociale del territorio.

Passando dalle banche alle auto, un altro player dei big data è la francese Axodel, specializzata nella commercializzazione di pacchetti di telematica “on board”, per la gestione delle flotte aziendali, l’ottimizzazione di costo e durata dei veicoli e l’incremento della sicurezza dei conducenti. Nel 2017 ha aperto la prima filiale italiana a Torino, in Environment Park, puntando sulla storica famigliarità del territorio con tutta la filiera automotive.

Il sistema utilizzato da Axodel è l’unico omologato dai maggiori costruttori d’auto sulla gamma completa dei loro veicoli, come Peugeot, DS, Citroen, Renault, a cui si aggiungono molti modelli di Toyota, FCA, Smart, GRUAU e Opel.

Un altro colosso dei software, Altair Engineering, in Environment Park dal 2007 con 40 dipendenti, ha coronato un sogno nel 2017, raggiungendo la quotazione in borsa, al Nasdaq di New York. Con oltre 2.000 dipendenti in 24 Paesi e 313 milioni di dollari di fatturato nel 2016 Altair Engineering è leader mondiale nella realizzazione di soluzioni tecnologiche che consentono alle aziende, di qualsiasi settore, di creare innovazione e ridurre i tempi di sviluppo e costo del prodotto durante il suo intero ciclo di vita.

Come Axodel anche Altair Engineering ha scelto Torino per il legame con l’automotive: qui ha fondato la principale sede italiana nel 1994, a cui ha successivamente aggiunto quelle di Milano e quella di Vicenza. La sede italiana ha chiuso il 2016 con un fatturato di circa 11 milioni (in crescita nel 2017) e fornisce oltre 500 clienti, tra cui FCA, Ducati, Gruppo Leonardo, Thales Alenia Space e il Politecnico di Torino.

Arriva dal far east la sudcoreana ILJIN, leader nella componentistica per il settore automobilistico (tra cui cuscinetti ruota, cuscinetti per trasmissioni, biellette, snodi sferici, bracci sospensione e montanti), che ha deciso di investire nel nostro Paese aprendo la prima filiale negli spazi di Environment Park. L’obiettivo è di sviluppare il business in Italia con i brand del Gruppo FCA in Europa, così come è avvenuto negli Stati Uniti con FCA North America. Il gruppo può contare su 3 miliardi di dollari di fatturato annuo, 6000 dipendenti, 21 società produttive e 7 sedi commerciali. A Torino dall’agosto 2017 lavora un team di 6 persone che operano prevalentemente in ambito commerciale e ingegneristico; per il futuro è previsto un centro di sviluppo per componentistica hi-tech nel settore dei veicoli a impatto zero, il potenziamento di partnership con FCA e CNH e l’ampliamento del mercato per l’industria manifatturiera.


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In Evidenza

Cultura e sostenibilità: l’impegno di UCCA per la transizione green

 

Se è vero che il cambiamento verso un futuro sostenibile necessita anzitutto di un cambiamento culturale, è anche vero che ad oggi non è più possibile pensare a un’offerta culturale che non tenga conto nella sua attuazione delle sfide della sostenibilità.  

Come può nel concreto il comparto culturale sostenere la transizione green e diventare attivatore di cambiamento? Un interrogativo aperto a cui UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici Arci sta provando a dare una risposta concreta attraverso il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” sostenuto dall’UE – Next Generation nell’ambito dell’avviso TOCC “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”. 

UCCA Aps è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967 e riconosciuta dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che associa circa 180 cineclub in tutta Italia. Il prototipo di circolo UCCA ha ben poco a che spartire con la classica sala cinematografica: è uno spazio informale, spesso accuratamente arredato con materiali di risulta, pensato per e adibito a ospitare eventi culturali ad ampio spettro e interdisciplinari, che coniugano il cinema con live-act, performance, dj-set, reading, in un flusso ininterrotto di suggestioni rivolte a stimolare e soddisfare qualsiasi curiosità intellettuale.

“Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” rappresenta un percorso di crescita collettivo della rete, reso possibile dall’utilizzo di metodologie e pratiche partecipative, quali focus group e world cafè, che porterà alla realizzazione di una proposta condivisa di linee guida e buone pratiche per i circoli del cinema che intendono affrontare la transizione verde.

Ne abbiamo parlato con gli ideatori del progetto.

 

Da quali esigenze e riflessioni nasce il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”?

Il progetto nasce dalla riflessione in corso negli anni recenti sulle trasformazioni che hanno investito la fruizione cinematografica (la crisi delle sale, l’aumento del consumo individuale di audiovisivi etc) e di conseguenza le trasformazioni che hanno affrontato e stanno affrontando alcuni dei nostri circoli, anche con strategie diverse fra loro. Accanto a ciò, il tema politicamente che ha raggiunto i primi posti in agenda è la crisi climatica, su cui si sono attivate le ultime generazioni di attivisti – tema che non possiamo ignorare. 

Le nostre basi operano principalmente in degli spazi (che fanno spostare le persone, consumano energia, producono rifiuti) il cinema è fatto essenzialmente di proiezioni (che consumano energia): non vogliamo rinunciare né ai nostri spazi né alle nostre proiezioni per essere a impatto zero, ma vogliamo individuare, insieme ai nostri operatori/trici e a degli esperti che ci stanno accompagnando, le modalità per mantenere le nostre attività e ridurre il nostro impatto. 

Con che modalità coinvolgete i circoli cinematografici? Quali sono i loro feedback finora?

Ai circoli e ai dirigenti si chiede non solo di partecipare e iscriversi ma di portare le proprie esperienze, anche icasticamente condividendo durante gli incontri del progetto dei materiali pubblicitari e tutto ciò che può rappresentare le azioni svolte, sia dentro che fuori l’ambito della transizione ecologica. Ogni spunto, spesso sottovalutato o non visto nell’ottica del progetto, può essere invece utile per provare a generare un’azione di intelligenza collettiva che trova gli opportuni suggerimenti che ci portano a ragionare nell’ottica della transizione verde partendo da ciò che già si è. I feedback dalle operatrici e dagli operatori coinvolti sono molto lusinghieri tanto è vero che laddove possibile e previsto alcune persone stanno scegliendo di seguire più appuntamenti. In particolare viene apprezzata la dimensione di rete del progetto e la tematica sulla quale si concentra che è già al centro del dibattito e della riflessione delle nostre basi associative.

Quali sono i principali vantaggi che i circoli cinematografici possono ottenere attraverso la partecipazione al progetto?

I vantaggi sono di due tipi. Vi sono vantaggi diretti rispetto alla tematica affrontata, ovvero quella della transizione ecologica, rispetto alla quale le operatrici e gli operatori coinvolti sentivano e percepivano diverse esigenze. Il bisogno di essere formati e informati, la necessità di provare a sperimentare e a ricercare insieme delle soluzioni comuni e condivise che diverranno poi patrimonio di tutta la rete Ucca. In maniera indiretta questi incontri rafforzano poi la coesione e quel meccanismo di scambio e conoscenza tra le basi della rete Ucca e tra operatori e operatrici e vengono visti anche come la possibilità, specie per quei territori più “marginali”, che non a caso sono stati al centro della strategia e del piano operativo degli incontri, di poter essere al centro di un grande dibattito e di una grande riflessione che è politica e organizzativa insieme.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

I prossimi appuntamenti del progetto ci vedranno impegnate e impegnati nell’individuazione di strategie, interne ed esterne, organizzative e di tipo comunicativo che ci permettano di far compiere alle nostre basi dei passi avanti decisivi verso la graduale transizione verde delle nostre pratiche e dei nostri spazi. In particolare il 29 marzo a livello nazionale saremo collegate in un world cafe online, mentre il 7 aprile saremo ad Agrigento per un focus group sempre sui temi del progetto. Ancora il 20 aprile un altro appuntamento nazionale online e nel mese di maggio chiuderemo il cerchio andando finalmente a scrivere il nostro “manifesto green” il quale sarà il frutto di tutte le riflessioni e gli spunti raccolti durante gli incontri di questi mesi. Non prima di aver attraversato le città di Bari, Napoli, Carbonia e Ferrara.

 

 


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Idrogeno

Coradia Stream il primo treno a Idrogeno inizia le sue sperimentazioni

Il primo treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno ha lasciato lo stabilimento Alstom di Savigliano per raggiungere quello di Salzgitter, in Germania, ed essere sottoposto ai primi test statici con l’idrogeno e test dinamici a bassa velocità.

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Eventi

Venerdì  23 febbraio a Genova nasce CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura

Venerdì  23 febbraio presso l’Ex Stazione di Prà, in via Prà 39 a Genova viene inaugurato il progetto CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura che punta a favorire e promuovere nuove opportunità di sviluppo per le imprese,  per le start-up e le piccole e medie imprese, per realizzare e offrire soluzioni innovative per il settore della cultura e della creatività. (altro…)


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