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Innovazione

Cosmesi senza microplastiche: tecnologia Novamont consente la produzione di ingredienti ‘prontamente biodegradabili’

Le microplastiche non in grado di biodegradare contenute nei prodotti cosmetici costituiscono motivo di allarme in quanto rappresentano una fonte di inquinamento delle acque. Ogni giorno, nei mari europei, si riversano tonnellate di “polvere” di plastica derivanti dall’uso di prodotti per la cura personale (i.e. microplastiche con funzione esfoliante per doccia schiuma e detergenti vari – ossia prodotti “rinse-off”, da risciacquo) nonché microplastiche che richiedono performance tecniche specifiche in creme viso-corpo, prodotti solari e make-up (prodotti non da risciacquo ossia “leave-on”). L’Europa sta studiando misure di restrizione all’uso di microplastiche in cosmetica, peraltro già attive in alcuni paesi Europei, e per i prodotti da risciacquo alcune soluzioni sono già disponibili.

E’ invece urgente trovare alternative tecnicamente valide e realmente sostenibili per il più complesso settore dei prodotti non da risciacquo.

Partendo dal presupposto di preservare e rigenerare le risorse naturali attraverso uno sviluppo innovativo, NOVAMONT, in stretta collaborazione con ROELMI HPC (leader italiano nella produzione ingredienti attivi e funzionali sostenibili con pluriennale esperienza), ha sviluppato una linea di ingredienti prontamente biodegradabili per applicazioni cosmetiche: CELUS-BI®, un nuovo standard di innovazione per il settore.

Novamont oggi presenta il prodotto più avanzato della gamma. Si tratta di CELUS-BI® FEEL, prodotto con eccellenti performance tecniche, una risposta originale e sostenibile alle necessità formulative di eliminazione delle microplastiche dai cosmetici non da risciacquo. CELUS-BI FEEL è un agente testurizzante che garantisce performance d’uso eccellenti come morbidezza, tocco vellutato e capacità filmogena. Seboregolazione ed elevata compatibilità con sostanze attive, oli vegetali e fragranze completano il profilo dell’ingrediente.

CELUS-BI® FEEL è “prontamente biodegradabile” in conformità con le linee guida dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e va incontro ad una biodegradazione rapida e totale nell’ambiente. La sua completa biodegradazione avviene in pochi giorni nel depuratore, garantendo che nessun residuo finisca nei fiumi e nei mari, con l’enorme vantaggio che i fanghi di depurazione risultano liberi da microplastiche. Pertanto, l’utilizzo di CELUS-BI® FEEL risulta idoneo per applicazioni in cui è alta la probabilità di dispersione in acqua (solari), eliminando la possibilità di inquinamento e/o accumulo. CELUS-BI® FEEL si caratterizza, inoltre, per un eccezionale profilo ambientale, determinato attraverso la metodologia di LCA (Life Cycle Assessment).

I risultati preliminari (relativi ai confini “cradle to gate” di 1 kg di materiale) hanno dato emissioni di gas serra mediamente dal 75% al 95% più basse rispetto al range di prodotti attualmente usati per le stesse applicazioni, mentre il consumo di risorse energetiche non rinnovabili è mediamente più basso dal 60% al 75% rispetto allo stesso range di prodotti standard.

La capacità produttiva disponibile di CELUS-BI® FEEL è in grado di coprire l’intero fabbisogno europeo di microplastiche per il settore cosmetico.

Accanto a CELUS-BI® FEEL, la gamma prevede CELUS-BI® SPHERA (esfolianti) e CELUS-BI® ESTERS (emollienti), prodotti realizzati con materie prime rinnovabili di origine europea in sinergia con le colture alimentari, rispettando le specificità dei territori.

A titolo dimostrativo, e per evidenziare il livello di performance tecniche raggiungibili dalla combinazione del rivoluzionario CELUS-BI® FEEL con altri prodotti della famiglia CELUS-BI®, Roelmi ha sviluppato una gamma di prototipi cosmetici, tra cui anche una polvere compatta che verrà presentata al Maker Faire di Roma (12-14 ottobre) e al Making Cosmetics (21-22 novembre). Si tratta di un blush dal tatto eccezionalmente vellutato, che mostra in modo tangibile l’esistenza di un’alternativa sostenibile ai microbead plastici per il settore cosmetico, senza che questo comporti un aumento dei dosaggi e dei costi rispetto ai prodotti standard.

“La soluzione per il problema dei microbead in cosmesi rappresentata da CELUS-BI® FEEL e CELUS-BI® SPHERA è una tangibile dimostrazione che la filiera integrata costruita negli anni da Novamont – e in continua evoluzione – è una miniera ricca di opportunità in molteplici settori a monte e a valle”, ha commentato Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont. “Fondamentale è la collaborazione con partner come Roelmi, aperti all’innovazione, competenti e sensibili sui temi della sostenibilità. A partire dai prodotti sviluppati insieme sarà possibile creare nuove alleanze con quelle società che condividono l’impegno per l’ambiente e per i territori per accelerare la trasformazione sostenibile del settore”.

Giacomo Santus, amministratore delegato della Holding Roelmi HPC, sintetizza il senso e il valore della collaborazione con Novamont: “Roelmi crede in un approccio etico e di filiera all’innovazione in campo cosmetico e ha trovato in un pioniere della bioeconomia circolare come Novamont una miniera di opportunità per sviluppare una gamma di prodotti realmente sostenibili e accessibili”.


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In Evidenza

Cultura e sostenibilità: l’impegno di UCCA per la transizione green

 

Se è vero che il cambiamento verso un futuro sostenibile necessita anzitutto di un cambiamento culturale, è anche vero che ad oggi non è più possibile pensare a un’offerta culturale che non tenga conto nella sua attuazione delle sfide della sostenibilità.  

Come può nel concreto il comparto culturale sostenere la transizione green e diventare attivatore di cambiamento? Un interrogativo aperto a cui UCCA – Unione dei Circoli Cinematografici Arci sta provando a dare una risposta concreta attraverso il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” sostenuto dall’UE – Next Generation nell’ambito dell’avviso TOCC “Capacity building per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde”. 

UCCA Aps è un’associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica attiva dal 1967 e riconosciuta dal Ministero della Cultura e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che associa circa 180 cineclub in tutta Italia. Il prototipo di circolo UCCA ha ben poco a che spartire con la classica sala cinematografica: è uno spazio informale, spesso accuratamente arredato con materiali di risulta, pensato per e adibito a ospitare eventi culturali ad ampio spettro e interdisciplinari, che coniugano il cinema con live-act, performance, dj-set, reading, in un flusso ininterrotto di suggestioni rivolte a stimolare e soddisfare qualsiasi curiosità intellettuale.

“Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo” rappresenta un percorso di crescita collettivo della rete, reso possibile dall’utilizzo di metodologie e pratiche partecipative, quali focus group e world cafè, che porterà alla realizzazione di una proposta condivisa di linee guida e buone pratiche per i circoli del cinema che intendono affrontare la transizione verde.

Ne abbiamo parlato con gli ideatori del progetto.

 

Da quali esigenze e riflessioni nasce il progetto “Ambiente e cultura per il cambiamento: la transizione verso nuovi luoghi dell’audiovisivo”?

Il progetto nasce dalla riflessione in corso negli anni recenti sulle trasformazioni che hanno investito la fruizione cinematografica (la crisi delle sale, l’aumento del consumo individuale di audiovisivi etc) e di conseguenza le trasformazioni che hanno affrontato e stanno affrontando alcuni dei nostri circoli, anche con strategie diverse fra loro. Accanto a ciò, il tema politicamente che ha raggiunto i primi posti in agenda è la crisi climatica, su cui si sono attivate le ultime generazioni di attivisti – tema che non possiamo ignorare. 

Le nostre basi operano principalmente in degli spazi (che fanno spostare le persone, consumano energia, producono rifiuti) il cinema è fatto essenzialmente di proiezioni (che consumano energia): non vogliamo rinunciare né ai nostri spazi né alle nostre proiezioni per essere a impatto zero, ma vogliamo individuare, insieme ai nostri operatori/trici e a degli esperti che ci stanno accompagnando, le modalità per mantenere le nostre attività e ridurre il nostro impatto. 

Con che modalità coinvolgete i circoli cinematografici? Quali sono i loro feedback finora?

Ai circoli e ai dirigenti si chiede non solo di partecipare e iscriversi ma di portare le proprie esperienze, anche icasticamente condividendo durante gli incontri del progetto dei materiali pubblicitari e tutto ciò che può rappresentare le azioni svolte, sia dentro che fuori l’ambito della transizione ecologica. Ogni spunto, spesso sottovalutato o non visto nell’ottica del progetto, può essere invece utile per provare a generare un’azione di intelligenza collettiva che trova gli opportuni suggerimenti che ci portano a ragionare nell’ottica della transizione verde partendo da ciò che già si è. I feedback dalle operatrici e dagli operatori coinvolti sono molto lusinghieri tanto è vero che laddove possibile e previsto alcune persone stanno scegliendo di seguire più appuntamenti. In particolare viene apprezzata la dimensione di rete del progetto e la tematica sulla quale si concentra che è già al centro del dibattito e della riflessione delle nostre basi associative.

Quali sono i principali vantaggi che i circoli cinematografici possono ottenere attraverso la partecipazione al progetto?

I vantaggi sono di due tipi. Vi sono vantaggi diretti rispetto alla tematica affrontata, ovvero quella della transizione ecologica, rispetto alla quale le operatrici e gli operatori coinvolti sentivano e percepivano diverse esigenze. Il bisogno di essere formati e informati, la necessità di provare a sperimentare e a ricercare insieme delle soluzioni comuni e condivise che diverranno poi patrimonio di tutta la rete Ucca. In maniera indiretta questi incontri rafforzano poi la coesione e quel meccanismo di scambio e conoscenza tra le basi della rete Ucca e tra operatori e operatrici e vengono visti anche come la possibilità, specie per quei territori più “marginali”, che non a caso sono stati al centro della strategia e del piano operativo degli incontri, di poter essere al centro di un grande dibattito e di una grande riflessione che è politica e organizzativa insieme.

Quali sono i prossimi appuntamenti?

I prossimi appuntamenti del progetto ci vedranno impegnate e impegnati nell’individuazione di strategie, interne ed esterne, organizzative e di tipo comunicativo che ci permettano di far compiere alle nostre basi dei passi avanti decisivi verso la graduale transizione verde delle nostre pratiche e dei nostri spazi. In particolare il 29 marzo a livello nazionale saremo collegate in un world cafe online, mentre il 7 aprile saremo ad Agrigento per un focus group sempre sui temi del progetto. Ancora il 20 aprile un altro appuntamento nazionale online e nel mese di maggio chiuderemo il cerchio andando finalmente a scrivere il nostro “manifesto green” il quale sarà il frutto di tutte le riflessioni e gli spunti raccolti durante gli incontri di questi mesi. Non prima di aver attraversato le città di Bari, Napoli, Carbonia e Ferrara.

 

 


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Idrogeno

Coradia Stream il primo treno a Idrogeno inizia le sue sperimentazioni

Il primo treno Coradia Stream alimentato ad idrogeno ha lasciato lo stabilimento Alstom di Savigliano per raggiungere quello di Salzgitter, in Germania, ed essere sottoposto ai primi test statici con l’idrogeno e test dinamici a bassa velocità.

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Eventi

Venerdì  23 febbraio a Genova nasce CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura

Venerdì  23 febbraio presso l’Ex Stazione di Prà, in via Prà 39 a Genova viene inaugurato il progetto CTE-Genova-Opificio digitale per la Cultura che punta a favorire e promuovere nuove opportunità di sviluppo per le imprese,  per le start-up e le piccole e medie imprese, per realizzare e offrire soluzioni innovative per il settore della cultura e della creatività. (altro…)


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