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Il cambiamento climatico dovuto al riscaldamento globale potrebbe trasformare la Terra in una serra

Uno studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS) spiega che anche se se verranno rispettate le riduzioni delle emissioni come previsto dall’accordo di Parigi, c’è il rischio che la Terra entri nelle condizioni di “Hothouse Earth” (Terra-serra), termine usato dagli studiosi per descrivere uno stato di surriscaldamento del nostro Pianeta.

Lo studio, intitolato “Trajectories of Earth System in the Anthropocene” afferma che “Le emissioni antropiche di gas serra non sono l’unico fattore determinante della temperatura sulla Terra. Il nostro studio suggerisce che un riscaldamento globale di 2° C indotto dall’uomo potrebbe innescare altri processi del sistema terrestre, spesso chiamati ‘feedback’, che possono causare ulteriore riscaldamento, anche se smettiamo di emettere gas serra. Evitare questo scenario richiede un reindirizzamento delle azioni umane, dallo sfruttamento alla gestione del sistema terrestre”. Al momento, le temperature medie globali risultano di poco superiori a un grado rispetto a quelle preindustriali e aumentano a 0,17 °C ogni decennio.

A lungo termine, il clima si stabilizzerà a una media globale di 4-5 °C superiore rispetto alle temperature preindustriali con un livello del mare che risulterà aumentato dai 10 ai 60 metri rispetto a oggi. Per questo motivo secondo gli scienziati, bisognerebbe accelerare urgentemente la fase di transizione verso un’economia mondiale senza emissioni.

I ricercatori hanno preso in considerazione 10 processi di feedback naturale, alcuni dei quali sono chiamati “tipping elements”, ossia soglie limite che, se superate, possono portare a cambiamenti improvvisi.  Nello specifico i feedback sono: disgelo del permafrost, perdita di idrati di metano dal fondo dell’oceano, indebolimento dei pozzi di carbonio terrestri e oceanici, aumento della respirazione batterica negli oceani, “morte” della foresta pluviale Amazzonica, deperimento della foresta boreale, riduzione del manto nevoso dell’emisfero settentrionale, perdita di ghiaccio del mare artico in estate e riduzione del ghiaccio marino antartico e delle calotte polari.

Questi sono: scongelamento del permafrost, emissione di idrati di metano dai fondali oceanici, indebolimento dei possi di carbonio, aumento della respirazione batterica nei mari, morte della foresta pluviale amazzonica, indebolimento della foresta boreale, riduzione del manto nevoso nell’emisfero settentrionale, scomparsa del ghiaccio in estate nel Mare Artico e riduzione della banchisa ghiacciata marina antartica e delle calotte polari.

Per salvare la situazione è necessario non solo ridurre le emissioni di gas serra, ma anche migliorare la creazione di nuovi depositi biologici di carbonio attraverso una migliore gestione forestale, agricola e del suolo, la conservazione della biodiversità e tecnologie che rimuovono l’anidride carbonica dall’atmosfera e la stoccano sottoterra”, come si legge nello studio.


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Torna a Torino dal 16 al 19 maggio Space Festival Gioco, Scienza, Fantascienza

Dal 16 al 19 maggio ritorna a Torino Space Festival l’evento italiano che racconta l’astronomia e lo spazio in chiave pop. Conferenze, presentazioni di libri, proiezioni di film, incontri, osservazioni del cielo e visite guidate in programma in tutta la città. (altro…)


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Eventi

Earth Day – Il giorno della Terra

Dal 18 al 22 aprile tornano le celebrazioni dell’Earth Day con le parole d’ordine: Ambiente, Pace, Giovani, Innovazione, Plastica. (altro…)


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Eventi

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale

 Fridays for Future Italia torna in piazza il 19 e 20 Aprile contro gli interessi che ostacolano giustizia climatica e sociale inasprendo o generando instabilità e un conflitto mondiale a pezzi.

Quest’anno il movimento scenderà in piazza insieme ai movimenti palestinesi per chiedere anche un cessate il fuoco immediato e permanente in Palestina. Come afferma Martina Comparelli, attivista di Fridays For Future Milano: “Gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre, colonialismo e genocidi, come per esempio accade nel caso del Piano Mattei di ENI voluto dal governo Meloni. La stessa ENI a fine Ottobre 2023 ha firmato un accordo con chi colonizza la Palestina, per esplorare giacimenti di gas nelle acque di Gaza, rendendosi a pieno titolo complice del genocidio del popolo palestinese.”

Inoltre, è stato annunciato uno sciopero di tutta la giornata di venerdì 19 aprile da parte del sindacato Sisa per tutto il personale docente, dirigente e ATA, sia di ruolo che precario, sia in Italia che all’estero. Questo sciopero rappresenta un’importante mobilitazione nel settore dell’istruzione, sottolineando l’urgenza di affrontare le sfide attuali legate alla giustizia climatica e sociale anche nel contesto educativo.

Il movimento climatico chiama a raccolta tutte le realtà che lottano per la giustizia climatica e sociale, per la costruzione di un futuro condiviso e più equo per tutti. “Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica” aggiunge Comparelli.

Di transizione e Piano Mattei si parlerà anche al prossimo G7 in Puglia, a giugno, ma gli già insufficienti impegni presi nell’edizione precedente non vedono ancora un riscontro nelle politiche italiane, come spiega Michele Ghidini, attivista di Fridays For Future Brescia: “Serve una spinta decisa verso l’uscita dal fossile: se vogliamo davvero rimanere i +1.5°C dobbiamo seguire le indicazioni che la scienza ci ha dato già da tempo. L’ultimo rapporto dell’IPCC è chiaro: la transizione deve essere accelerata accompagnandola con misure di riduzione delle disuguaglianze come la cancellazione del debito.”

Le date di mobilitazione sono annunciate in collaborazione con altre realtà sociali, sindacali e transfemministe, tra le quali il collettivo di fabbrica GKN e Giovani Palestinesi Milano. Come dice Alessandra Pierantoni, attivista di Fridays For Future Forlì: “Vogliamo mostrare che un’alternativa è non solo possibile, ma desiderabile. Abbiamo bisogno di un intervento pubblico ora che operi ora e massicciamente per assicurare una transizione equa partendo dai bisogni di base, che coinvolga anche il mondo del lavoro, in modo da creare nuovi posti in tutti i settori necessari e adottare politiche di inclusione economica e sociale. Nessuno/a deve essere lasciato indietro.”


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